DEFINIRE PIU’ CELERMENTE I PROCESSI NON VUOL DIRE LIMITARE IL DIRITTO DI DIFESA
Volontà di reagire e resistere uniti nei confronti della ennesima, pericolosa lesione al diritto di difesa che sta per essere varata dal Ministero. Questo il risultato di un dibattito serrato in seno agli Stati Generali dell’Avvocatura, organizzato dall’OCF e dal CNF in Roma. Unanimi gli esiti degli interventi: per rendere la giustizia finalmente rapida come vuole l’Europa occorre intervenire sulle carenze di organico, sulle distorsioni che la riforma non ha in alcun modo sanato, sulla responsabilità del giudicante, non certo sull’attività degli avvocati. Così il Presidente del COA ROMA, Paolo Nesta in un passaggio del suo intervento: “Va chiarito un equivoco: l’Europa ci chiede di ridurre la durata dei processi ma non di ridurre le garanzie difensive. Invece, si vuole far passare il messaggio che la lunga durata dei processi sia imputabile agli avvocati. Ma noi sappiamo bene che le cause sono altre: carenza di organico, disfunzioni degli uffici giudiziari e talvolta anche scarsa operosità di chi esercita la funzione giudiziaria. Per noi la riforma Cartabia ha previsto brevi termini e fulminanti decadenze, ma non mi risulta che siano stati fissati termini perentori per i magistrati, che a volte impiegano anni per emettere una sentenza civile. La nostra non è una battaglia di categoria, bensì di civiltà nell’interesse di cittadini e imprese”.
Ufficio Comunicazione, Responsabile Andrea Pontecorvo
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