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Intervista al presidente degli avvocati capitolini: “Non ci sarà una sostituzione dell’avvocato con l’intelligenza artificiale. Ma le nuove tecnologie cambieranno gli strumenti che i legali hanno per le loro difese.
Paolo Nesta è il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati romani. Ed è lui a garantire che l’antica attività dei principi del Foro non sarà costretta a chiudere i battenti. Anzi. «Ormai la digitalizzazione nel nostro mestiere è una realtà. Il problema è come usare l’intelligenzaartificiale, che ormai è entrata ed entrerà sempre di più nella vita quotidiana degli studi legali».
Nella vostra attività di difesa i sistemi di intelligenza artificiale e di digitalizzazione possono essere utili? «Sì, certamente. Sono indispensabili nella ricerca delle leggi: abbiamo migliaia di norme e milioni di dati giurisprudenziali: avere un ausilio è sicuramente un vantaggio per ogni avvocato. Ma ciò che non potrà mai avvenire è il cambiamento della nostra attività professionale.
Una volta che i dati vengono raccolti, infatti, l’avvocato valuta come usarli, in relazione alla diversa strategia processuale che va declinata per ogni singolo caso. La valutazione dell’essere umano servirà sempre. L’intelligenza artificiale non potrà prendere il suo posto altrimenti arriveremo a risultati aberranti. In un processo penale le dinamiche da prendere in considerazione sono tantissime. L’IA non potrà mai cogliere le sottigliezze: l’uomo ha una coscienza, l’intelligenza artificiale è la macchina e ha i dati».
Siete preoccupati per questa rivoluzione dettata dal mondo digitale che sta sconvolgendo diverse categorie oltre alla vostra? «Un po’ di preoccupazione c’è perché la nostra professione è in difficoltà. Ma l’idea che un’intelligenza artificiale si possa sostituire a un avvocato non potrà mai esserci. Basti pensare alle conseguenze giuridiche che tutto questo potrà avere: se ci sarà un giudizio fatto da un computer, per il secondo grado da chi andremo, davanti a un’altra intelligenza artificiale».
Ufficio Comunicazione COA ROMA, Andrea Pontecorvo
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