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La tutela dell’equo compenso: un baluardo per…

04 Novembre 2022

La tutela dell’equo compenso:
un baluardo per la salvaguardia della dignità della professione

di Irma Conti

Il diritto all’ “equo compenso” rappresenta uno degli obiettivi che il Consiglio dell’Ordine di Roma ha perseguito negli ultimi anni con particolare forza e convinzione.
L’equo compenso non significa soltanto il diritto ad un giusto riconoscimento economico per l’attività prestata, ma costituisce un baluardo a salvaguardia della dignità dell’intera categoria.
Evidenzio, infatti, che nonostante l’approvazione della Legge 27 dicembre 2017 n. 205 -che ha modificato l’art. 13-bis della Legge Professionale– abbia costituito un importante passo in avanti nella tutela della proporzionalità dei compensi, i principi dettati dalla legge sono stati spesso oggetto di travisamento nella quotidianità.
In particolare, nonostante l’art. 13-bis della Legge Professionale preveda:

  • il rispetto di due presupposti tra loro concorrenti ai fini dell’individuazione dell’“equità” del compenso, ossia che esso sia determinato coerentemente ai parametri dettati dai decreti ministeriali e che sia proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale;
  • che le clausole che “determinano, anche in ragione della non equità del compenso pattuito, un significativo squilibrio contrattuale a carico dell’avvocato” debbano essere ritenute vessatorie;
    tali presupposti vengono spesso vanificati in presenza dei cd. “contraenti forti”.
    Proprio per tale motivo, il Consiglio dell’Ordine di Roma ha svolto un’importante opera di monitoraggio delle situazioni anomale che di sovente si verificano nei bandi per la predisposizione di elenchi di professionisti, o nell’attività prestata a favore di determinati enti ed imprese.
    A tale monitoraggio si aggiungono ulteriori e rilevanti iniziative a sostegno dell’avvocatura che personalmente ho portato avanti anche, avanzando una concreta proposta al CNF di modifica dei parametri ministeriali in materia penale che si è tradotta nella Delibera del 9 Febbraio 2022 n. 535, che ha consentito l’approvazione del D.M. n. 147 del 13.08.2022 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2022/10/08/236/sg/pdf) con la quale sono stati aumentati i predetti parametri e sono state introdotte alcune fasi che, fino ad oggi, non risultavano esplicitamente disciplinate dal D.M. 55/2014.
    Si tratta di meri esempi di quella che ritengo essere una battaglia assolutamente centrale, sulla quale non è possibile arretrare neanche di un passo in considerazione della funzione, di rango costituzionale, che l’avvocatura svolge a tutela delle libertà e dei diritti, che deve essere onorata e rispettata.
    A questo proposito non si può dimenticare ciò che gli Avvocati hanno sopportato sulle loro uniche spalle durante la pandemia, tra le chiusure e le accorate richieste di giustizia che provenivano dai cittadini, facendovi fronte tra le mille difficoltà senza interruzione e senza mai sottrarsi ai propri assistiti anche a costo della propria vita.
    Si tratta di iniziative e attività che abbiamo posto in essere in questi anni che forniscono e continueranno a fornire un’effettiva e concreta tutela del ruolo e della dignità dell’Avvocato.

Cons. Avv. Irma Conti
Responsabile della Commissione di Diritto Penale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma

Dipartimento Comunicazione, Cons. Avv. Andrea Pontecorvo

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