MASSIMA ATTENZIONE DEL CONSIGLIO ALLE PROPOSTE DI RIFORMA DELLA GIUSTIZIA TRIBUTARIA, CONTRARIO ALLA RIDUZIONE IN DUE GRADI DI GIUDIZIO. IL 14 IN AULA AVVOCATI SARA’ PRESENTATA LA PROPOSTA DI RIFORMA DELLA NOSTRA COMMISSIONE.
La Commissione di Diritto Tributario del nostro Consiglio continua il suo lavoro di studio delle proposte di riforma della giustizia tributaria contribuendo al dibattito attualmente in corso, vivacizzato in questi ultimi giorni dall’ipotesi ventilata dal Premier Conte, nella conferenza stampa di fine anno, di ridurre a due i gradi di giudizio del processo tributario, eliminando il giudizio di legittimità.
L’importanza del tema ha allarmato tutta l’avvocatura, anche quella non tributarista, per la quale, come giustamente ribadito dal CNF, “i tre gradi di giudizio del processo tributario sono una garanzia sperimentata e radicata in tutte le diverse forme di giurisdizione del nostro sistema ordinamentale”.
Riservandosi l’esame del testo di proposta di soppressione, nel processo tributario, del giudizio della Cassazione, la Commissione di Diritto Tributario (coordinata dal Cons. Paolo Voltaggio) proseguirà nella sua attività di supporto alle istituzioni forensi (CNF e OCF) presentando il prossimo 14 gennaio (ore 12/15) in un Convegno le varie proposte di riforma della giustizia tributaria e i suggerimenti e le modifiche elaborati dalla Commissione e dalle Associazioni dei tributaristi.
Già nello scorso mese di novembre, quando il Presidente della Corte dei Conti propose di avocare la giustizia tributaria a quella contabile, il Consiglio ebbe ad esprimere la sua condivisione sulla decisa reazione del CNF, dell’OCDEC e di tutte le associazioni avverso la proposta di affidamento della giurisdizione tributaria alla magistratura contabile.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma ritiene infatti imprescindibile la necessità di garantire il rispetto del dettato costituzionale che prevede un sistema di pluralismo del sistema giudiziario, con la giurisdizione tributaria come quarta giurisdizione autonoma, terza e indipendente, e di conseguenza:
a) assicurare la presenza di un giudice professionale selezionato per concorso e soggetto a formazione continua con la previsione di un adeguato regime transitorio di salvaguardia delle professionalità acquisite;
b) sottrarre la magistratura tributaria al vincolo di dipendenza dal Ministero dell’Economia e delle Finanze;
c) garantire la piena parità delle parti processuali in osservanza dell’art. 111 Cost.;
d) di conservare il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria quale organo di autogoverno dei Giudici Tributari.
L’obiettivo primario della riforma dovrà essere quello di assicurare una effettiva terzietà dei magistrati tributari, una terzietà che sia “visibile” anche dall’esterno.
Senza dubbio la dipendenza logistica dal Ministero dell’Economia e delle Finanze desta da tempo più di una perplessità sulla concreta realizzazione della necessaria indipendenza dei giudici, giacché il MEF avvalendosi dell’Agenzia delle Entrate (parte importantissima nella maggior parte dei processi fiscali) per lo svolgimento delle principali funzioni di gestione dei tributi erariali, si trova in conflitto di interessi con gli Organi giurisdizionali tributari.
Un’altra questione sulla quale sono chiamate a discutere le Commissioni del Senato è quella riguardante la possibilità di includere, anche nel processo tributario, la prova testimoniale, attualmente esclusa.
Sarebbe auspicabile, poi, che la fase precontenziosa del “reclamo-mediazione” (liti di valore non superiore a cinquantamila euro), attualmente affidata allo stesso Ente impositore, venga trasferita dinanzi agli organi di giustizia tributaria di primo grado, magari in composizione monocratica. Ciò al fine di garantire anche in questo caso la terzietà dell’Organo chiamato a “mediare”.
Nella speranza che l’iter parlamentare delle varie proposte di riforma (presentate da esponenti di vari partiti ma sostanzialmente omogenee) sia celere e che quest’ultimo veda realmente coinvolte l’avvocatura e le istituzioni forensi, il Consiglio, tramite la sua Commissione di Diritto Tributario, continuerà a prestare la massima attenzione alla necessità di avere una giustizia tributaria che oltre ad assicurare una giustizia vera dia al contribuente la certezza che sussista una terzietà assoluta, così come previsto dalla nostra Costituzione.