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2022-01-28

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AVVOCATI AL SERVIZIO DEI MAFIOSI? NOI GARANTI DELLA COSTITUZIONE?: IL COA ROMA PREPARA LA QUERELA

AVVOCATI AL SERVIZIO DEI MAFIOSI? NOI GARANTI DELLA COSTITUZIONE?: IL COA ROMA PREPARA LA QUERELA

"AVVOCATI AL SERVIZIO DEI MAFIOSI? NOI GARANTI DELLA COSTITUZIONE?: IL COA ROMA PREPARA LA QUERELA"Definire un'intera categoria come composta di mele marce e adombrare il sospetto che un avvocato, per il solo fatto di garantire il diritto costituzionale alla difesa di un detenuto al 41 bis, ne divenga portavoce, veicolandone gli ordini criminali, è un accostamento intollerabile che lede l'onore e la dignità della famiglia forense tutta".Lo si legge in una nota del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma, in risposta alla polemica sollevata su ?Il Fatto Quotidiano? secondo il quale la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la censura preventiva delle comunicazioni fra legale e detenuto in regime di carcere duro, favorirebbe le comunicazioni all'esterno dei boss, che potrebbero così continuare a gestire le loro organizzazzioni e addirittura ordinare omicidi."Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma, l'Ordine Forense più numeroso d'Italia, non poteva non intervenire a difesa della professionalità e della funzione sociale dell?avvocatura - commenta il Presidente del COA, Antonino Galletti - e, facendosi portavoce dell'indignazione dell'intera categoria, ha ritenuto doveroso conferire mandato al Prof.Avv. Carlo Bonzano per valutare la proposizione di un querela nei confronti del quotidiano".La vicenda è stata portata all'attenzione del COA dai Consiglieri Irma Conti e Massimiliano Cesali: "E' sorprendente - commentano Cesali e Conti - che giornalisti solitamente così attenti alle suggestioni che arrivano dalla magistratura, cambino improvvisamente atteggiamento quando queste suggestioni provengono dal massimo organo giurisdizionale di questo Paese, la Consulta. Evidentemente i principi costituzionali hanno valore solo quando rispecchiano le convinzioni di una parte e le sentenze si rispettano solo se vanno in una certa direzione"."Nello stigmatizzare anche la replica irridente e poco rispettosa del Direttore del giornale nei confronti del Presidente del CNF Maria Masi - conclude Galletti - ricordiamo che con buona pace di certi giuristi laureati all'università del giustizialismo, esistono dei principi fondamentali che vanno rispettati sempre. Uno recita così: la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Ed è ciò che distinque uno Stato di Diritto da una Repubblica delle manette".Dipartimento Comunicazione, Cons. Avv. Andrea Pontecorvo  

GRATUITO PATROCINIO, GALLETTI (COA ROMA): PRINCIPIO CARDINE DELL'ORDINAMENTO

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 G R A T U I T O P A T R O C I N I O, G A L L E T T I ( C O A R O M A ):P R I N C I P I O C A R D I N E D E L L' O R D I N A M E N T O"Stupiscono le dichiarazioni del presidente della Corte d?appello di Palermo, Matteo Frasca, secondo il quale il patrocinio a spese dello Stato sarebbe una forma anomala di sostegno al reddito degli Avvocati. Assicurare il diritto di difesa, costituzionalmente garantito, anche ai meno abbienti, è il segno della civiltà e della democrazia di un Paese (e per questo ci distinguiamo positivamente). Tanto quanto logiche di casta e di correnti sono segno del suo degrado".Con una dura nota nei riguardi delle inammissibili dichiarazioni del Presidente Frasca, intervengono il Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma Antonino Galletti ed il Consigliere Segretario Mario Scialla.Il Presidente della Corte d?appello di Palermo, nel proprio corso del intervento all?inaugurazione dell?anno giudiziario, aveva segnalato l?elevato numero di cittadini beneficiati dal patrocinio a spese dello Stato, a suo giudizio «sintomatico di una tendenziale deriva incontrollata dell?istituto verso una anomala forma di sostegno del reddito di una parte del Foro, snaturandone la sua effettiva e nobile funzione»."Piuttosto che mettere in discussione principi cardine dell'ordinamento come il gratuito patrocinio che consente di dare la voce ai più deboli e sul quale già agiscono gli Ordini, come il nostro romano, con opportuni controlli preventivi - attaccano Galletti e Scialla - la Magistratura dovrebbe avviare una seria riflessione sulle riforme che da più parti vengono invocate in seno all'ordinamento giudiziario stesso. Non è certo il patrocinio a spese dello Stato a rappresentare una deriva incontrollata, quanto semmai la logica spartitoria di taluni uffici giudiziari, la lentezza della Giustizia, l'impreparazione delle nuove leve della magistratura, denunciata dal Primo Presidente della Suprema Corte Pietro Curzio".Dipartimento Comunicazione, Cons. Avv. Andrea Pontecorvo