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2021-01-30

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Il Discorso del Presidente Paolo Nesta all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025

Il Discorso del Presidente Paolo Nesta all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025

CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2025 PRESSO LA CORTE D’APPELLO DI ROMA INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL COA DI ROMA PAOLO NESTA "Sig. Presidente della Corte, Sig. Procuratore Generale, Autorità tutte presenti, Care Colleghe e Colleghi, intervengo alla cerimonia distrettuale di inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, quale rappresentante dell’Avvocatura romana e distrettuale, nella consapevolezza che l’inaugurazione dell’anno giudiziario è un’occasione importante per fare un bilancio sull’andamento della Giustizia in Italia e per rinnovare il nostro impegno in favore di una giustizia efficiente, equa e vicina ai cittadini. - La Riforma Cartabia, di cui al DLGS 150/2022, ha perseguito la finalità, come è noto, di accelerare i tempi dei processi mediante la semplificazione delle procedure e la modernizzazione del sistema giudiziario italiano, nel settore civile e in quello penale. Ebbene questo obiettivo, in particolare con riferimento al settore civile, non appare essere stato conseguito, tenuto conto dell’attuale durata effettiva dei giudizi e del c.d. disposition time. Il dato, che emerge al riguardo, è l’aumento della durata media effettiva dei procedimenti civili in Tribunale, 460 giorni nel 2023, in crescita rispetto ai 433 giorni del 2022, e 466 giorni al 30 giugno 2024 con prevedibile aumento nel secondo semestre del 2024, tenuto conto del periodo feriale e del conseguente rallentamento delle attività. Va rilevato, però, che l’arretrato è in calo, atteso che i procedimenti, pendenti in Tribunale da oltre tre anni, alla fine del 2023 erano 254158, con una riduzione del 17% rispetto al 2022 e del 21,8% rispetto al 2021. Parimenti, nell’ambito della Corte d’Appello di Roma l’arretrato ultra biennale, ponendo a raffronto i dati del 2020 con quelli dell’anno 2023, risulta diminuito da 23.306 a 17.246 procedimenti nel settore civile (meno 32%) e da 32.630 a 30.312 procedimenti nel settore penale (meno 7,6%), con significativa riduzione, peraltro, dei procedimenti definiti per intervenuta prescrizione, pari al 53,22% nell’anno 2020 ed al 34,6% nel 2023. In presenza di tale situazione di criticità è entrato in vigore recentemente il DLGS n. 164/2024, noto come correttivo della Riforma Cartabia, con l’intento di perfezionare e chiarire alcuni aspetti della precedente Riforma e, quindi, di rendere le procedure più snelle, così garantendo una migliore funzionalità del processo civile. - Pur nell’apprezzamento dello sforzo di migliorare l’efficienza del processo civile, non può essere sottaciuto che le riforme del processo non sono sufficienti per risolvere il problema del carico processuale e della sollecita definizione dei procedimenti, se non si pone rimedio a quello che è il vero “vulnus”, ossia la carenza di strutture e soprattutto di organico dei Giudici e del personale amministrativo, che si protrae, ormai, da decenni e che è andato sempre più accentuandosi. Tale carenza, avvertita in quasi tutti i Distretti giudiziari italiani, assume aspetti di particolare gravità nel distretto della Corte d’Appello di Roma, dove i Giudici e gli Avvocati sono chiamati ad operare in una realtà territoriale, straordinaria per dimensioni e popolazione, con risorse insufficienti se rapportate alla mole dei procedimenti pendenti. - Parimenti inaccettabile è la situazione degli Uffici del Giudice di Pace del Distretto del Lazio e soprattutto di Roma, dove esiste una scopertura dell’organico dei Giudici, in misura superiore al 72%, essendo stati in servizio, nel 2024, 56 Giudici sui 210 previsti, a fronte di una pendenza, su base annua, nel settore civile di oltre 33 mila ricorsi per decreto ingiuntivo e di 29 mila cause tra ordinarie e opposizioni a sanzioni amministrative, trattate da soli 41 Giudici assegnati al settore civile e con ugual situazione deficitaria nel settore penale. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, negli scorsi mesi, è intervenuto per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Autorità, lamentando non solo l’inaccettabile ritardo nella trattazione dei giudizi, ma anche evidenziando che l’ulteriore aumento di competenza del Giudice di Pace, previsto nell’anno 2025, avrebbe reso la situazione insostenibile, tenuto conto anche della grave carenza del personale amministrativo. In tale contesto abbiamo proposto alle Autorità ministeriali e al CSM soluzioni concrete, che prevedevano l’immediata immissione nelle funzioni giudicanti dei Giudici Onorari di Pace, già vincitori del concorso ed assegnati per un biennio all’Ufficio per il Processo del Tribunale. Prendiamo atto che un primo passo è stato fatto in quanto il Ministro della Giustizia con decreto legge 29 novembre 2024 n. 178 ha ridotto ad un anno l’assegnazione dei Giudici di Pace all’Ufficio per il Processo e a tal riguardo va sottolineata la tempestività con la quale il Presidente FF del Tribunale di Roma, subito dopo l’intervenuta modifica legislativa, ha disposto, in data 12.12.2024, l’immediata assegnazione di 16 Giudici presso gli Uffici del Giudice di Pace di Roma. - Uno dei capisaldi della Riforma Cartabia è la digitalizzazione del processo civile, certamente utile e in linea con l’evoluzione tecnologica, ma che, però, non deve andare a scapito della certezza del diritto, del giusto processo e della tutela delle garanzie difensive, con particolare riferimento al contraddittorio e all’oralità del processo, significativamente necessaria e, in taluni casi, indispensabile per realizzare il concetto di Giustizia. Purtroppo dobbiamo constatare l’esistenza di ostacoli legata alla mancata formazione del personale, all’inadeguata ed insufficiente manutenzione del sistema informatico esistente, che incide negativamente sul regolare funzionamento della Giustizia, creando situazioni di grave disagio agli operatori e agli Avvocati, nell’espletamento della loro attività. Difficoltà accentuata, per gli Avvocati, dalla mancata realizzazione di un'unica piattaforma, pur reiteratamente richiesta dall’Avvocatura e ribadita da una proposta di legge giacente in Parlamento, con identiche regole per tutti i riti, così da superare i sette distinti canali di deposito e di consultazione, oggi esistenti. - Siamo consapevoli che l’incremento degli organici dei Giudici e del personale amministrativo, unitamente al rinnovamento e all’efficace manutenzione delle piattaforme digitali, comportano un costo rilevante per lo Stato che deve farsi carico delle esigenze di bilancio, in funzione di altri servizi pubblici essenziali da assicurare alla cittadinanza. Dobbiamo osservare, però, che la Giurisdizione è una funzione primaria dello Stato e, quindi, deve poter fruire delle necessarie risorse economiche da porre a carico del sistema fiscale. Risorse economiche, peraltro, di non scarsa entità, tenuto conto del rilevante gettito derivante dalla Giurisdizione, in particolare dal contributo unificato e dall’imposta di registro applicata sui provvedimenti giudiziari. - Né può essere condivisa la recente novità normativa, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, che ha previsto l’aggiunta del comma 3.1 all’art. 14 del DPR 30.05.2012, recante il Testo Unico sulle spese di Giustizia, con la prevista impossibilità di iscrivere a ruolo le cause civili, salvi i casi di esenzione, qualora non sia effettuato il pagamento di almeno € 43,00. L’introduzione di tale pagamento, come peraltro accaduto nel corso degli ultimi anni con l’abnorme aumento del contributo unificato, limita l’accesso alla giustizia civile dei soggetti più deboli, economicamente e socialmente, in violazione del principio, costituzionalmente riconosciuto, che l’accesso alla Giustizia deve essere consentito a tutti, avendo consapevolezza che il problema del carico processuale non si risolve rendendo più difficoltoso o discriminando l’accesso alla Giustizia o comprimendo i diritti della Difesa. La Giustizia è un diritto universale e non un privilegio riservato a chi può permetterselo. - Parimenti nel settore penale la riforma Cartabia ha perseguito l’obiettivo di accelerare la definizione dei processi e di ridurre il numero dei procedimenti pendenti limitando, però, in taluni casi, l’effettività del diritto di difesa e dei valori del giusto processo nel nome di una pretesa efficienza e velocizzazione dei processi, come se il diritto di difesa fosse un ostacolo alla loro rapida conclusione, tale da giustificare sia la compressione dell’autonomo potere di impugnazione del difensore in danno dei soggetti più deboli, sia la previsione di nuove ipotesi di decadenza e d’inammissibilità legate ad aspetti puramente tecnici (errori nei depositi telematici o meramente formali come nei giudizi di impugnazione). Al riguardo è fortemente avvertita dall’Avvocatura l’esigenza di procedere, in tempi brevi, alla eliminazione di tutte quelle norme della riforma Cartabia che hanno limitato il diritto di difesa, così da ricostituire l’identità ed il ruolo costituzionalmente riconosciuto al difensore. La funzione giurisdizionale non può essere esercitata correttamente, secondo i dettami della Costituzione, se nell’esercizio di tale funzione non viene garantita l’effettività del diritto di difesa ed ogni sua ingiustificata limitazione viola i principi di legalità e democrazia, che costituiscono l’essenza dello Stato di diritto. L’Avvocatura è pronta a tutelare tali indefettibili e non negoziabili principi, sensibilizzando la società civile, i politici e gli organi di informazione, anche per ridurre significativamente la distanza esistente tra la cultura costituzionale dei diritti e la cultura sociale dominante, spesso orientata verso una deriva così giustizialista da identificare il difensore come complice del criminale o, ancor peggio, come difensore del crimine. E’ necessario diffondere la cultura del garantismo e far comprendere all’opinione pubblica che ogni cittadino, anche se accusato di efferati delitti, ha diritto alla difesa, che non deve essere in alcun modo limitata né tantomeno demonizzata. - Esprimiamo, altresì, la più profonda preoccupazione e lo sconcerto per le condizioni nelle quali continuano a vivere i detenuti nelle carceri italiane, senza che nessuno ascolti i continui appelli al rispetto dei diritti fondamentali delle persone in stato di detenzione. Carceri fatiscenti, sovraffollamento, condizioni degradate di vita anche per il personale di polizia penitenziaria, che hanno determinato, nel 2024, 88 suicidi tra i detenuti e anche suicidi tra il personale penitenziario. Di fronte a questa situazione drammatica, richiamata recentemente dallo stesso Presidente della Repubblica, è indispensabile intervenire senza preconcetti ideologici o visioni di parte, operando nel rispetto dell’art. 27 della Costituzione, il quale sancisce che le pene non debbono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere, invece, alla rieducazione del condannato. - Una questione cruciale e di attualità è la separazione delle carriere tra il Pubblico Ministero ed il Giudice. Al riguardo è necessario, nell’interesse primario dei cittadini, che sia evitata, pur nella diversità delle posizioni, una improduttiva e rigida contrapposizione tra i poteri dello Stato ed in tal senso l’Avvocatura è pronta ad impegnarsi, nei modi consentiti e nelle sedi opportune, per superare la grave conflittualità esistente. Va ribadito, però, il principio secondo cui il processo accusatorio richiede un Giudice terzo e imparziale rispetto al Pubblico Ministero e al Difensore nell’ambito di un contraddittorio che si deve svolgere, in attuazione dell’articolo 111, comma 2, della Costituzione, in condizioni di parità tra accusa e difesa, da intendersi non come uguaglianza di poteri tra PM e Difensori, ma come riconoscimento alla Difesa di poteri idonei a controbilanciare quelli spettanti al PM, il che vuol dire tutela assoluta e rafforzamento delle garanzie difensive per realizzare un effettivo contraddittorio. Il Giudice non solo deve essere ma anche apparire terzo e imparziale nella percezione dei cittadini e l’unicità della carriera tra Giudice e Pubblico Ministero, il fatto di provenire dallo stesso concorso, la possibilità del passaggio da una funzione all’altra, sia pure con i limiti introdotti, si rivelano fattori che incidono negativamente su tale percezione. Parità delle parti da attuare, sia ben chiaro, garantendo in modo assoluto l’autonomia e l’indipendenza del Pubblico Ministero, escludendo ogni controllo dell’esecutivo. Ciò in quanto ciascuno dei poteri dello Stato -legislativo, esecutivo e giudiziario- nessuno escluso, è tenuto a rispettare concretamente ed in ogni circostanza il principio della separazione dei poteri, evitando di porre in essere condotte che vadano a violare tale fondamentale principio, espressione della democrazia dello Stato e della volontà dei cittadini. Proprio l’esigenza di garantire l’effettività dell’autonomia, indipendenza ed obiettività, esige che il Pubblico Ministero nell’esercizio dell’azione penale sia immune da condizionamenti, specialmente di carattere politico, non spettando al Pubblico Ministero e nemmeno ai Giudici la risoluzione dei problemi sociali né una valutazione di carattere etico dei politici, avendo la Magistratura soltanto il compito di accertare, nel processo penale, la sussistenza o meno di fattispecie di reato nella condotta posta in essere dai soggetti in esso coinvolti. - Lo scorso anno, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ci eravamo soffermati sul ruolo, sempre più importante, che stava assumendo l’Intelligenza Artificiale, anche nell’ambito della Giustizia. A distanza di un anno constatiamo che siamo in una fase di costante evoluzione e di profonda trasformazione, in cui le tecnologie intelligenti cambieranno sempre più il volto del settore legale. Realisticamente siamo di fronte ad una nuova stagione dell’umanità e l’IA, con riferimento specifico alla Giustizia, costituirà un importante strumento per definire in tempi ragionevolmente brevi i processi, così da consentire l’attuazione del principio sancito dall’art. 111 della Costituzione. L’IA potrà costituire un importante banca dati, utile per la ricerca di filoni giurisprudenziali e per individuare gli orientamenti delle Corti e dei Tribunali territoriali, così da evitare inutili e costose vertenze giudiziarie. Sarà certamente utile per essere superiore all’uomo per quanto concerne la capacità di memoria, il lavoro ininterrotto, l’esclusione della incompetenza e della arbitrarietà, ma, come rilevato dalla Commissione Europea per l’efficienza della Giustizia, l’Intelligenza Artificiale, ossia la macchina, non è in grado: di sostituirsi all’essere umano nell’effettuazione di un ragionamento giuridico, men che meno di carattere sillogistico; nella scelta e nella interpretazione dei fatti rilevanti ai fini del decidere; non ha coscienza, intuizione, sensibilità, capacità di pensiero e di adattamento ad un fatto imprevedibile. Si basa, infatti, soltanto su precedenti contenuti in un software progettato senza alcuna garanzia di oggettività e competenza, oppure orientato a piacimento di chi lo ha creato. Sarà compito degli operatori del diritto, Avvocati e Giudici, approfondire i meccanismi specifici del settore tecnico – informatico, così da capire in che modo gli stessi possano essere messi a disposizione della collettività per conseguire benefici nel settore della Giustizia, compatibilmente con il rispetto dei principi della Costituzione. - In un’epoca che vede l’accentuarsi delle disuguaglianze e l’acuirsi dei conflitti, gli Avvocati, quali garanti della legalità e difensori dei diritti, memori che il Diritto come diceva Ulpiano, è “l’arte del buono e dell’equo”, ribadiscono l’impegno a tutelare con umanità e senso del dovere, i diritti fondamentali dell’uomo, difendendo la centralità della persona in tutte le sue dimensioni -dignità, libertà, uguaglianza- con particolare riferimento alle fasce più deboli della popolazione. Il nostro impegno non si esaurisce nell’aula di un Tribunale, ma intendiamo contribuire alla realizzazione di una società più giusta, dove i diritti fondamentali siano effettivamente garantiti a tutti, senza eccezioni. Pertanto, ad ogni componente rappresentativa dell’Avvocatura, istituzionale e politica, deve essere attribuito sempre il giusto riconoscimento ed adeguato rispetto e non è accettabile che il loro valore rappresentativo, ex lege previsto, sia sminuito e marginalizzato, come purtroppo accaduto recentemente, con provvedimenti inopportuni e, peraltro, privi di adeguata motivazione, che vanno ad incidere negativamente - non per fatto imputabile all’Avvocatura - sul rapporto esistente tra soggetti indispensabili per una corretta amministrazione della Giustizia. La Speranza ha due figli, diceva Sant’Agostino: il primo è l’Indignazione, il secondo è il Coraggio. L’indignazione serve per farci capire ciò che non ci piace, ciò che non riusciamo più a tollerare ed il coraggio serve per cambiare ciò che non ci piace. Ebbene, noi Avvocati nell’ambito di una collaborazione costruttiva con le Istituzioni e la Magistratura, basata sul rispetto reciproco e condivisione di obiettivi comuni, coltiviamo la Speranza che anche con il nostro determinante contributo in Italia si realizzi una Giustizia pronta ed efficiente, in grado di rispondere alle esigenze reali della società, così divenendo un presidio di legalità e uno strumento di pace sociale. Con tale auspicio, a nome dell’Avvocatura romana e di quella del Distretto della Corte d’Appello di Roma, porgo al Presidente della Corte, al Procuratore Generale e a tutti gli operatori della Giustizia, i migliori auguri di buon lavoro." Roma, 25.01.2025

Inaugurazione Anno Giudiziario: l'intervento del Presidente Galletti

Inaugurazione Anno Giudiziario: l'intervento del Presidente Galletti

Pubblichiamo la registrazione video e il testo dell'intervento del Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma nel corso della cerimonia di Inaugurazione dell'Anno Giudiziario del Distretto della Corte di Appello di Roma (31 Gennaio 2021)CERIMONIA DISTRETTUALE DI INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2021Sig. Presidente della Corte,Autorità tutte presenti,l?inaugurazione di ogni anno giudiziario è l?occasione, non soltanto rituale, per fare il punto sulla situazione della Giustizia e, dunque, è la sede naturale per tentare di illustrare, nel breve tempo a disposizione, la posizione dell?Avvocatura romana, di quella distrettuale che ho l?onore di rappresentare, nonché di quella nazionale che oggi pure rappresento per conto dell?Organismo congressuale forense (la nostra organizzazione politica nazionale).In via generale la gestione dell?emergenza sanitaria e della pandemia, ancora purtroppo in atto, ha determinato le conseguenze che noi tutti conosciamo per certi versi inevitabili, soprattutto nella fase più acuta, ma per altri versi aggravate da una politica miope che ha abbandonato ai soli capi degli uffici giudiziari la gestione delle criticità, con l?unico conforto di ?sentire? preventivamente l?autorità sanitaria ed i Consigli degli Ordini.Di qui tante prassi virtuose, come testimoniato dai protocolli che abbiamo concordato e sottoscritto (cito per tutti quello sul rilascio delle copie esecutive in Corte di appello che ha addirittura anticipato in via interpretativa il successivo intervento legislativo), ma anche provvedimenti organizzativi e linea guida unilaterali e disarticolati, non coordinati, frutto di continui interventi e rimaneggiamenti e, soprattutto, diversi tra i vari uffici giudiziari e, almeno a Roma, perfino tra le sezioni interne dello stesso ufficio.In primavera, a beneficio dei media e per chiarire anche visivamente la situazione, avevo ?pesato? ben 10 kilogrammi di linee guida.Se dovessi ripetere l?operazione oggi certamente il peso non sarebbe diminuito, ma addirittura raddoppiato.Se l?operazione fosse eseguita a livello nazionale, occorrerebbe probabilmente un intero vagone ferroviario per raccogliere e trasportare, magari dinanzi Ministero, i provvedimenti organizzativi e le linee guida, tutti certamente assunti con intenti lodevoli, ma che in concreto hanno penalizzato l?esercizio della nostra attività professionale ed hanno pesato come macigni sulla tutela dei diritti e delle libertà dei nostri assistiti.Non resta, dunque, al riguardo che confidare nel fatto che l?attuale o il prossimo Ministro raccolga l?accorato appello degli Avvocati, costretti a reiterarlo anche in questa autorevole sede, e si assuma la responsabilità politica di scrivere finalmente linee guida generali di portata nazionale come si conviene all?esercizio della giurisdizione, che non può certo proseguire sul territorio nazionale a macchia di leopardo, in una sorta di federalismo giudiziario impazzito.Ieri il Ministro ha riferito che, nonostante l?emergenza sanitaria, nel 2020 è stato portato avanti il piano ordinario di assunzioni di oltre 13.000 mila unità, procedendo al reclutamento di 1.163 unità di personale amministrativo e che sono state poste le basi affinché nel 2021 il sistema possa avvalersi del contributo di circa 7.000 donne e uomini in più: speriamo sia vero, a noi sembra però che i vuoti in organico siano sempre gli stessi ed i nuovi innesti siano stati appena sufficienti per coprire i pensionamenti anche se, come ci ha anche ricordato il Ministro, nel Recovery Plan: ?si prevedono stanziamenti di 2 miliardi e 300 milioni di Euro per assunzioni a tempo determinato per ridurre l?arretrato nell?orizzonte del piano, cioè il 2026, e 470 milioni per l?edilizia giudiziaria?.Ebbene, riguardo questo ultimo aspetto, ancora una volta quest?anno lamentiamo la mancata disponibilità della sede della caserma Manara che rende ancora più grave ed inadeguata la situazione dell?edilizia giudiziaria, caratterizzata nella Capitale da quello che lo stesso Ministro ha espressamente definito come uno ?spezzatino giudiziario? con riferimento alla moltitudine di sedi distaccate e distanti tra di loro.Per quanto attiene il settore civile, nonostante il costante impegno di tutti gli operatori, vi sono stati ritardi e rinvii che stiamo cercando di recuperare; a fronte dell?eroismo di molti, non può essere sottaciuto che per pochi, forse addirittura pochissimi, la pandemia è stata una occasione formidabile per giustificare il rinvio delle udienze a distanza di mesi (e, talvolta, di anni), magari a poche ore di distanza dalla loro celebrazione.Da ultimo ci sono stati segnalati casi dove, oltre al rinvio, le parti ed i loro difensori sono stati onerati di documentare in via telematica ?il loro persistente interesse alla decisione della causa?, evidenziando che, in caso di mancato deposito, il giudizio sarebbe stato ulteriormente rinviato.Provvedimenti simili sono profondamente ingiusti e nascondono l?idea di un processo che non è la sede naturale per la risoluzione in contradditorio delle liti secondo il diritto, ma un percorso ad ostacoli, da riempire di insidie processuali e adempimenti burocratici inutili col solo fine di sfiancare le parti e disincentivare il ricorso alla giurisdizione, senza rendersi conto che, così facendo, viene penalizzato certamente il ruolo della Difesa, ma massimamente anche il prestigio della magistratura e dell?intero sistema che è giudicato dalla collettività come lento ed inefficiente.Se occorre insieme censurare le prassi negative, è altresì doveroso esaltare il ruolo, che ho già definito eroico, di avvocati e magistrati che, nonostante le difficoltà e la pandemia, contribuiscono silenziosamente ogni giorno, con sacrificio e abnegazione, a mandare avanti il nostro sistema giurisdizionale.Per quanto attiene al settore penale, l?avvocatura romana si è contraddistinta per un un approccio sempre propositivo e finalizzato a trovare una linea comune con i capi degli uffici giudiziari e la dirigenza amministrativa, e ciò ha consentito, anche durante il picco dell?emergenza sanitaria, di trovare delle soluzioni in grado di consentire la graduale ripresa dell?attività giudiziaria, agevolando il lavoro di tutti gli operatori, e di certo anche degli Avvocati, con l?utilizzo sempre più incisivo della telematica nell?ottica ? da tutti auspicata e da noi sempre sollecitata ? di una pressoché integrale digitalizzazione degli adempimenti amministrativi e di cancelleria.Le proposte avanzate dall?Avvocatura, sollecitate dall?attuale pandemia, e volte alla riduzione dei tempi di attesa tra le diverse udienze e alla possibilità di interloquire a distanza con i diversi uffici, anche al fine di avanzare richieste copie e depositare atti e documenti, hanno sempre trovato un rapido riscontro da parte dei vertici della magistratura romana.I capi degli uffici giudiziari romani, infatti, hanno sempre condiviso lo sforzo propositivo del Consiglio, così come l?esigenza di non procedere ad una ?dematerializzazione? del processo penale. Dobbiamo essere tutti orgogliosi del protocollo di intesa che ci ha consentito di impedire che in Corte di Appello si svolgessero camere di consiglio virtuali, da remoto: un successo condiviso con gli amici della Camera penale di Roma i quali hanno garantito una intelligente e costante collaborazione.Questi risultati non devono andare persi e non devono essere confinati alla attuale fase emergenziale.Il Consiglio si è più volte concretamente battuto sull?importanza della pubblicazione dei ruoli e della programmazione delle udienze per fascia oraria, impegnandosi - direttamente e mediante proprie risorse - nella pubblicazione tempestiva di tutti i ruoli trasmessi dagli uffici giudiziari.Tale programmazione rappresenta un segno di civiltà giudiziaria che abbiamo conquistato per le esigenze della pandemia, ma oramai irrinunciabile anche per il futuro.Non dobbiamo più tornare indietro, sia nell?interesse della giustizia e del suo corretto funzionamento (perché la gestione dell?udienza e dei processi dipende anche da questo), sia perché è inaccettabile per gli Avvocati tornare ad attendere una giornata intera per la celebrazione di un?udienza per colpa di chi -evidentemente- non è in grado di programmare il lavoro.Allo stesso modo, le attuali disposizioni che sono state introdotte dai Decreti Ristori in materia del deposito telematico degli atti penali devono costituire l?avvio di un rapido e deciso cammino verso la creazione del c.d. fascicolo penale telematico per affiancare (prima) e sostituire (poi) i vari adempimenti materiali presso gli uffici e le cancellerie.Si tratta di un progetto che è da anni in cantiere e che da ormai undici mesi attende una soluzione concreta e definitiva: ovvero una struttura stabile e sicura, analoga a quella predisposta per il processo civile, superando il limite dell?invio a mezzo PEC.L?utilizzo della PEC oramai appartiene alla preistoria della telematica, noi dobbiamo guardare al futuro, al download, all?accesso da smart phone anche mediante riconoscimento digitale o facciale ovvero adottare in ambito giudiziario quelle misure oggi già impiegate per le attività quotidiane come accedere ai servizi bancari o comunali.È necessaria un?opera mastodontica e innovativa, un vero e proprio ponte verso il futuro, in quanto il processo penale incide sulla vita delle persone e non è possibile essere ancorati alla burocrazia e alle deroghe imposte dall?emergenza sanitaria che, in undici mesi, non ha ancora prodotto gli effetti sperati ed indispensabili.Al contrario, si deve procedere speditamente verso un risultato stabile ed affidabile per portare, finalmente, il processo penale nel XXI Secolo.Si tratta di investimenti di primaria importanza per tutto il Paese, perché una giustizia che non funziona incide sui beni più preziosi ? i diritti e le libertà ? dei cittadini ed condiziona in negativo la crescita del Paese.Nella sua relazione ieri il Presidente della Suprema Corte Curzio ha correttamente ricordato che ?la giurisdizione è fatta da giudici e avvocati. L?art. 111 della Costituzione ci ricorda che essa si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge e che ogni processo si svolge nel contraddittorio dinanzi a un giudice terzo e imparziale. Il contraddittorio è garantito dalle difese. La iurisdictio (ius dicere) non si risolve solo nella decisione, ma si costruisce in un lavoro complesso al quale l?avvocato fornisce un apporto fondamentale?.Noi siamo parte essenziale della giurisdizione e lo dimostriamo ogni giorno.A Roma lo dimostriamo oramai da anni anche attraverso l?attività di supplenza offerta dalle istituzioni forensi, mettendo a disposizione importanti risorse economiche per fare fronte alle emergenze.Questo sostegno è diventato, soprattutto in questo periodo emergenziale, sempre più indispensabile e apprezzato.Il servizio offerto in supporto ai vari uffici dei giudiziari romani conta oramai ben 17 unita suddivise tra: gli Uffici del Giudice di pace con 4 unità, impiegate nella assistenza agli uffici della richiesta copie sentenze e decreti ingiuntivi e dell?emissioni decreti ingiuntivi; gli uffici del Tribunale civile con 6 unità, impiegate nell?assistenza a vari uffici come: informazioni ruolo generale, richiesta copie sentenze via mail, copie decreti ingiuntivi via mail, esecuzioni mobiliari; gli uffici del Tribunale di sorveglianza, con 2 unità, la Corte d?Appello, con 3 unità, impiegate nel supporto dell?ufficio che si occupa della predisposizione delle istanze di pagamento delle fatture del gratuito patrocinio e dei difensori d?ufficio; gli uffici del Tribunale dei Minori, con 2 unità, impiegate negli uffici di liquidazioni parcelle e segreteria generale.Ecco i dati concreti del nostro enorme impegno: 14 mila pec lavorate da maggio a dicembre 2020, 100 ordinativi di pagamento emessi nel 2020, 883 documenti di ragioneria prodotti nel 2020, 532 contatti con l'utenza da giugno a dicembre per il Tribunale Civile, 680 documenti lavorati per il Tribunale di Sorveglianza nel 2020.Gli avvocati, dunque, nonostante l?esasperazione dovuta ad un sistema fiscale oppressivo, pagano pure di tasca propria per riuscire a lavorare e così consentire il funzionamento del sistema della Giustizia; sono poi stati in grado di sottoporsi, a proprie spese, alla più imponente campagna di prevenzione operata in Europa da un ordine professionale, con attività di screening eseguita sull?intera comunità forense che gravita intorno agli uffici giudiziari.È un contributo essenziale il nostro per fare sì che la giurisdizione torni ad essere vista dalla collettività non più come un problema ed un freno allo sviluppo, ma come una risorsa in grado di affermare la presenza del presidio statale sul territorio, di sostenere il sistema produttivo e di costituire adeguato presidio di legalità nel sistema di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali.La situazione, anche del nostro Distretto, deve oramai essere fronteggiata nella consapevolezza che si tratta di una vera e propria emergenza nazionale che deve diventare una priorità per il Paese alla quale vanno destinate, in via prioritaria, risorse straordinarie da attingere anche col ricorso ai nuovi sistemi eurounitari di finanziamento per superare la pandemia.Noi ribadiamo la disponibilità a dimostrare nei fatti la volontà di stipulare un vero e proprio ?patto per la giurisdizione? con il quale tutte le componenti, legittimandosi e coinvolgendosi reciprocamente, si sostengono per fare recuperare alla giurisdizione quella credibilità e quel sostegno collettivo che le spettano quale luogo di elezione della tutela dei diritti, senza i quali sono a rischio gli elementi fondanti della nostra civile convivenza.Da questo punto di vista il nostro ?modello distrettuale romano? può essere un esempio virtuoso da seguire: gli incontri mensili tra il nostro Ordine ed i capi degli uffici giudiziari, avviati dal Presidente della Corte dott. Panzani ed oggi proseguiti grazie alla sensibilità ed alla disponibilità del Presidente dott. Meliadò, hanno consentito una maggiore conoscenza reciproca delle difficoltà e lo scambio di informazioni, proposte e consigli, nonché di superare con lo strumento del dialogo innumerevoli situazioni di criticità.È con tale auspicio che, nel dedicare un ultimo pensiero ai colleghi, ai magistrati ed al personale amministrativo che ci hanno lasciato a causa della pandemia, porgo al Presidente della Corte, al Procuratore Generale ed a tutti l?augurio di buon lavoro dell?Avvocatura romana, di quella del Distretto della Corte di Appello di Roma e di quella nazionale dell?Organismo congressuale forense.Roma, 30 gennaio 2020Antonino GallettiAllegati: Schema servizi offerti dal COA di RM agli uffici giudiziaria; Schema riepilogativo attività del CDD nell?anno 2020.===> SCARICA IL TESTO IN PDF <======> GUARDA LA REGISTRAZIONE VIDEO <===Pubblicazione a cura del Dipartimento Comunicazione (Cons. Avv. Andrea Pontecorvo)